Il grano svolge un ruolo essenziale nella salvaguardia della sicurezza alimentare globale. Tuttavia, la sua produzione agricola intensiva, volta a massimizzare i raccolti ei relativi benefici economici, mette a rischio molti servizi ecosistemici e la stabilità economica degli agricoltori. Le rotazioni con le leguminose sono riconosciute come una strategia promettente a favore di un'agricoltura sostenibile. Tuttavia, non tutte le rotazioni colturali sono adatte a promuovere la sostenibilità e le loro implicazioni sul suolo agricolo e sulla qualità delle colture dovrebbero essere attentamente analizzate. Questa ricerca mira a dimostrare i benefici ambientali ed economici dell'introduzione del cece in un sistema a base di grano in condizioni pedoclimatiche mediterranee. A tal fine è stata valutata la rotazione colturale “grano-ceci” e confrontata con il regime convenzionale (monocoltura di frumento) mediante metodologia di valutazione del ciclo di vita. A tal fine, per ogni coltura e sistema colturale sono stati compilati dati di inventario (ad es. dosi agrochimiche, macchinari, consumo energetico, resa produttiva, tra gli altri), convertiti quindi in impatti ambientali sulla base di due unità funzionali: 1 ha all'anno e 1 € di margine lordo. Sono stati analizzati undici indicatori ambientali, tra cui la qualità del suolo e la perdita di biodiversità. I risultati indicano che il sistema di rotazione ceci-frumento offre minori impatti ambientali, indipendentemente dall'unità funzionale considerata. Il riscaldamento globale (18%) e l'ecotossicità dell'acqua dolce (20%) sono state le categorie con le maggiori riduzioni. Inoltre, è stato osservato un notevole aumento (96 %) del margine lordo con il sistema di rotazione, dovuto al basso costo della coltivazione del cece e al suo prezzo di mercato più elevato. Tuttavia, una corretta gestione dei fertilizzanti rimane essenziale per ottenere pienamente i benefici ambientali della rotazione delle colture con i legumi.